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Una serata per ricordare Giacomo Matteotti
di Chiara Poliani




Giacomo Matteotti
 

L'incontro organizzato dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) con il patrocinio del Comune, svoltosi il 27 ottobre in una Sala Maddalena strapiena, in occasione dell'80° anniversario dell'assassinio di Giacomo Matteotti, che coincide con il sessantesimo della Resistenza, con la partecipazione di Aldo Aniasi, il notissimo comandante Iso, Alberto Martinelli, Annalisa Bemporad e la presenza di tre nipoti di Matteotti, ha rappresentato un importante momento commemorativo.
Dopo l'appassionata introduzione di Zelindo Giannoni, che ha condotto la serata, il prof. Martinelli ci ha accompagnato in un efficace excursus sulla attualità di Matteotti, uomo profondamente democratico e riformista, mettendo in rilievo che “riformismo non è moderatismo”.
Il 10 giugno 1924 si può considerare come l'inizio della resistenza che via via si fece sempre più cosciente e determinata, così come ci hanno brillantemente ricordato Aniasi, Giannoni e Martinelli.
Alla fine la testimonianza delle tre nipoti, intervistate dall'assessore Annalisa Bemporad, ha dato all'incontro un contributo notevole di viva memoria storica, della quale dovremmo farci custodi affinché il prezioso insegnamento di vita, di coerenza morale e di democrazia di Matteotti non cada nell'oblio.
Mi è venuto naturale, a conclusione di quanto ho ascoltato in sala, andare a rileggere l'ultimo discorso parlamentare di Giacomo Matteotti , di cui si sono fatti diversi e inevitabili rimandi nel corso dell'incontro. Mi ha fatto un certo effetto, non tanto per i contenuti di denuncia sui brogli elettorali e sulle violenze, che conservano tutto il loro valore, ma piuttosto per il coraggio e la determinazione con cui Matteotti portò a termine il suo discorso limitandosi alla sola descrizione ed “esposizione di alcuni fatti” tra le pesanti interruzioni e le minacce dei Farinacci e dei Maraviglia, pienamente cosciente che ciò l'avrebbe condotto verso una sola direzione, che ben conosciamo. E' proprio questa piena coscienza di Matteotti che ne rivela il suo valore di martire antifascista.

Chiara Poliani


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  30 ottobre 2004